Ecco perchè ti senti inutile

Oggi stavo riflettendo su alcune tematiche emerse da vari post che ho letto qui su Reddit. In particolare, mi ha colpito un ragazzo che si descriveva come "inutile", "in ritardo rispetto agli altri", quasi uno "spreco" come persona. Alla fine del post, raccontava di aver scritto due opere poetiche che non hanno avuto successo, e che ripensare alle sue creazioni artistiche gli provocava tristezza anziché felicità.

Questo mi ha fatto riflettere su quanto sia facile, al giorno d'oggi, sentirsi inutili, sprecati, indietro rispetto agli altri. Quanto sia semplice darsi addosso per gli insuccessi, come se fossimo gli unici a fallire nella vita. Eppure, credo che gran parte di questa sensazione derivi da un fenomeno che ci accompagna da sempre, ma che oggi ha assunto proporzioni diverse: gli idoli.

Cosa sono gli idoli?

Gli idoli sono quelle persone che ammiriamo, stimiamo e consideriamo irraggiungibili. Persone che hanno avuto successo, raggiunto traguardi inimmaginabili, e che spesso idealizziamo come figure quasi sovrumane. Da sempre abbiamo avuto idoli: Freddy Mercury, Bill Gates, Albert Einstein, Leonardo DiCaprio, Cristiano Ronaldo. Li guardiamo come se fossero dei prodigi, esseri eccezionali, invece che persone comuni che hanno lavorato duramente (e spesso con un po' di fortuna) per raggiungere i loro obiettivi.

Il problema degli idoli oggi

In passato, gli idoli erano pochi. Leonardo Da Vinci era uno dei pochi grandi pittori del suo tempo, Dante Alighieri uno dei pochi poeti, Socrate uno dei pochi filosofi. Essere famosi richiedeva un talento straordinario, un impegno fuori dal comune e, spesso, una dose di fortuna. La meritocrazia, in un certo senso, era più evidente: chi raggiungeva il successo lo meritava, perché le opportunità erano limitate e la competizione era alta.

Oggi, però, le cose sono cambiate. Nel 2025, guardiamo una banana attaccata a un muro venduta per milioni di dollari, e ci chiediamo: dov’è finita la meritocrazia? Essere famosi è diventato molto più facile. Non serve più necessariamente un talento straordinario o un impegno decennale. Basta un video virale, un post controverso, o semplicemente essere nel posto giusto al momento giusto. La fama si è discostata dall’impegno, e l’impegno non è più garanzia di successo.

Il caso di "Caiosempronio"

Prendiamo TikTok, per esempio. Scorrendo i video, mi imbatto continuamente in un utente che chiameremo "Caiosempronio". Lo vedo ogni giorno, tre volte al giorno. Mi convinco che Caiosempronio debba essere famoso, perché lo vedo ovunque. E se lo vedo così spesso, significa che deve avere qualcosa di interessante da dire, che il suo parere vale più degli altri, giusto? Ma poi mi fermo e rifletto: cosa ha fatto di speciale Caiosempronio per diventare famoso? Niente. L’unico motivo per cui lo vedo sempre è perché posta continuamente, tre volte al giorno. Dopo un paio di giorni in cui lo vedi ovunque, ti convinci che sia famoso, che sia qualcuno di speciale. E così, senza volerlo, Caiosempronio diventa un idolo.

Perché idolatrare non ha più senso

Il punto è questo: una volta aveva senso idolatrare i famosi, perché erano davvero persone fuori dalla norma. Oggi, invece, chiunque può diventare famoso. E in una società in cui la fama è accessibile a molti, idolatrare qualcuno solo perché è "famoso" non ha più senso. Ci convinciamo che gli influencer, i creator, i personaggi pubblici abbiano avuto successo perché sono speciali, ma in realtà sono persone come noi. Hanno semplicemente trovato il modo di catturare l’attenzione, spesso senza un reale merito.

Il rischio di sentirsi inutili

Il problema è che, se continuiamo a idolatrare chiunque abbia un seguito su Instagram, TikTok o YouTube, finiremo per sentirci inutili. Ci paragoneremo a un mare di "geni" che, in realtà, non sono affatto geni. Ci convinceremo di essere indietro, di non valere abbastanza, quando in realtà è tutto l’opposto. La maggior parte di quelle persone non ha fatto nulla di straordinario: ha solo saputo giocare bene le carte che aveva.