La mia (controversa) riforma della scuola italiana se fossi ministro dell’istruzione
Viste le recenti discussioni sul latino alle medie, voglio dare i miei 2 cents in maniera creative per quanto riguarda il nostro sistema scolastico. Ho sempre odiato il modo in cui la nostra scuola è strutturata, per questo motivo ho studiato all’estero grazie a un progetto Erasmus particolare alle scuole superiori per un anno e ho deciso di frequentare l’università all’estero. Questo mi ha permesso di vivere sistemi scolastici diversi, più efficienti. Questo mi ha solo fatto capire ancora di più quanto siamo impantanati in preoconcetti vecchi come il cucco , ma anche di quanto abbiamo bisogno di un vero cambiamento. Quindi ecco cosa io cambierei della scuola italiana se avessi il potere di farlo (solo una parte, in un unico post non riuscirei a inseguire tutto. Parto soft e poi vado nelle opinioni più controverse ):
- Abolizione degli indirizzi scolastici nella scuola superiore
Gli attuali indirizzi (classico, scientifico, linguistico, ecc.) verrebbero eliminati, perché è irrealistico aspettarsi che un ragazzo di 13-14 anni scelga consapevolmente un percorso che influenzerà i successivi cinque anni della sua vita. La scelta avverrebbe solo al terzo anno di liceo, quando gli studenti potrebbero decidere se continuare con un percorso accademico classico o intraprendere un corso tecnico-professionale di 3-4 anni, orientato all’acquisizione di competenze pratiche e a garantire un titolo di studio utile per il mondo del lavoro.
- Introduzione di materie più flessibili
Ogni scuola dovrebbe prevedere 3-4 materie fisse comuni a livello nazionale, affiancate da un’ampia gamma di materie opzionali. Questo approccio consentirebbe agli studenti di personalizzare il proprio percorso di studi in base alle loro inclinazioni, creando un’esperienza formativa più significativa e adatta alle esigenze individuali.
- Obbligatorietà delle materie elettive creative e formative
Sarebbe obbligatorio frequentare almeno una o due materie elettive, selezionabili tra discipline creative e formative. Esempi di queste materie includono debate (dibattito e argomentazione), colloqui di gruppo con psicologi per discutere temi d’attualità, composizione musicale e scrittura creativa. Queste attività svilupperebbero competenze trasversali, promuovendo il pensiero critico e la creatività.
- Differenziazione della difficoltà delle classi
Gli studenti hanno ritmi di apprendimento e predisposizioni diverse, quindi le classi dovrebbero essere organizzate per livelli di difficoltà. Questo permetterebbe a ciascuno di progredire al proprio ritmo, evitando che chi è più avanti si annoi o che chi è in difficoltà si senta escluso.
- Abolizione dei voti numerici
I voti numerici dovrebbero essere eliminati, perché portano gli studenti a concentrarsi solo sul risultato piuttosto che sull’apprendimento. Nel sistema attuale, un 4 in una verifica spesso non viene affrontato in modo costruttivo, ma superato con strategie finalizzate alla media numerica (come copiare o studiare superficialmente per prendere un voto più alto su un argomento diverso). Il risultato è che lo studente può finire l’anno con una sufficienza apparente (es. un 6 in pagella) pur non avendo realmente compreso alcuni concetti fondamentali. Con un sistema senza voti, ogni verifica avrebbe l’unico scopo di valutare se lo studente ha acquisito una competenza. In caso di “non sufficienza”, il sistema scolastico dovrebbe intervenire attivamente con corsi di recupero mirati per aiutare lo studente a padroneggiare l’argomento, garantendo che tutti gli studenti raggiungano un livello sufficiente su ogni tema trattato.
- Abolizione delle interrogazioni
Le interrogazioni frontali sono un metodo valutativo iniquo, perché introducono variabili personali e casuali. Ad esempio, uno studente che ha studiato più argomenti può trovarsi svantaggiato rispetto a uno che ha studiato meno ma che viene interrogato proprio sull’unico argomento che conosce. Al posto delle interrogazioni, proporrei attività come presentazioni di gruppo sugli argomenti studiati in classe, utilizzando tecniche come la flipped classroom. Questo metodo obbligherebbe gli studenti a lavorare in squadra, sviluppare competenze di public speaking e consolidare le proprie conoscenze attraverso uno studio attivo e non passivo. Inoltre, simulare l’insegnamento degli argomenti (come spiegare un concetto a un bambino di 5 anni) è una tecnica riconosciuta per rafforzare la comprensione e l’apprendimento.
- Abolizione dei compiti a casa
I compiti tradizionali verrebbero sostituiti da classi pomeridiane dedicate, guidate da tutor o professori. Queste sessioni servirebbero a rivedere argomenti non compresi, a svolgere attività di studio assistito e a garantire un apprendimento produttivo. Questo sistema eviterebbe ore di studio inefficace o meccanico a casa, migliorando il rendimento complessivo degli studenti.
- Maggiore integrazione della lingua inglese
Almeno 2-3 materie nelle scuole elementari dovrebbero essere insegnate in inglese, preferibilmente da insegnanti madrelingua. Inoltre, le classi di lingua inglese dovrebbero concentrarsi maggiormente sul parlato e sull’interazione, adottando un approccio discorsivo che consenta agli studenti di apprendere la grammatica attraverso il dialogo e la pratica.
Viste le recenti discussioni sul latino alle medie, voglio dare i miei 2 cents in maniera creative per quanto riguarda il nostro sistema scolastico. Ho sempre odiato il modo in cui la nostra scuola è strutturata, per questo motivo ho studiato all’estero grazie a un progetto Erasmus particolare alle scuole superiori per un anno e ho deciso di frequentare l’università all’estero. Questo mi ha permesso di vivere sistemi scolastici diversi, più efficienti. Questo mi ha solo fatto capire ancora di più quanto siamo impantanati in preoconcetti vecchi come il cucco , ma anche di quanto abbiamo bisogno di un vero cambiamento. Quindi ecco cosa io cambierei della scuola italiana se avessi il potere di farlo (solo una parte, in un unico post non riuscirei a inseguire tutto. Parto soft e poi vado nelle opinioni più controverse ):
- Abolizione degli indirizzi scolastici nella scuola superiore
Gli attuali indirizzi (classico, scientifico, linguistico, ecc.) verrebbero eliminati, perché è irrealistico aspettarsi che un ragazzo di 13-14 anni scelga consapevolmente un percorso che influenzerà i successivi cinque anni della sua vita. La scelta avverrebbe solo al terzo anno di liceo, quando gli studenti potrebbero decidere se continuare con un percorso accademico classico o intraprendere un corso tecnico-professionale di 3-4 anni, orientato all’acquisizione di competenze pratiche e a garantire un titolo di studio utile per il mondo del lavoro.
- Introduzione di materie più flessibili
Ogni scuola dovrebbe prevedere 3-4 materie fisse comuni a livello nazionale, affiancate da un’ampia gamma di materie opzionali. Questo approccio consentirebbe agli studenti di personalizzare il proprio percorso di studi in base alle loro inclinazioni, creando un’esperienza formativa più significativa e adatta alle esigenze individuali.
- Obbligatorietà delle materie elettive creative e formative
Sarebbe obbligatorio frequentare almeno una o due materie elettive, selezionabili tra discipline creative e formative. Esempi di queste materie includono debate (dibattito e argomentazione), colloqui di gruppo con psicologi per discutere temi d’attualità, composizione musicale e scrittura creativa. Queste attività svilupperebbero competenze trasversali, promuovendo il pensiero critico e la creatività.
- Differenziazione della difficoltà delle classi
Gli studenti hanno ritmi di apprendimento e predisposizioni diverse, quindi le classi dovrebbero essere organizzate per livelli di difficoltà. Questo permetterebbe a ciascuno di progredire al proprio ritmo, evitando che chi è più avanti si annoi o che chi è in difficoltà si senta escluso.
- Abolizione dei voti numerici
I voti numerici dovrebbero essere eliminati, perché portano gli studenti a concentrarsi solo sul risultato piuttosto che sull’apprendimento. Nel sistema attuale, un 4 in una verifica spesso non viene affrontato in modo costruttivo, ma superato con strategie finalizzate alla media numerica (come copiare o studiare superficialmente per prendere un voto più alto su un argomento diverso). Il risultato è che lo studente può finire l’anno con una sufficienza apparente (es. un 6 in pagella) pur non avendo realmente compreso alcuni concetti fondamentali. Con un sistema senza voti, ogni verifica avrebbe l’unico scopo di valutare se lo studente ha acquisito una competenza. In caso di “non sufficienza”, il sistema scolastico dovrebbe intervenire attivamente con corsi di recupero mirati per aiutare lo studente a padroneggiare l’argomento, garantendo che tutti gli studenti raggiungano un livello sufficiente su ogni tema trattato.
- Abolizione delle interrogazioni
Le interrogazioni frontali sono un metodo valutativo iniquo, perché introducono variabili personali e casuali. Ad esempio, uno studente che ha studiato più argomenti può trovarsi svantaggiato rispetto a uno che ha studiato meno ma che viene interrogato proprio sull’unico argomento che conosce. Al posto delle interrogazioni, proporrei attività come presentazioni di gruppo sugli argomenti studiati in classe, utilizzando tecniche come la flipped classroom. Questo metodo obbligherebbe gli studenti a lavorare in squadra, sviluppare competenze di public speaking e consolidare le proprie conoscenze attraverso uno studio attivo e non passivo. Inoltre, simulare l’insegnamento degli argomenti (come spiegare un concetto a un bambino di 5 anni) è una tecnica riconosciuta per rafforzare la comprensione e l’apprendimento.
- Abolizione dei compiti a casa
I compiti tradizionali verrebbero sostituiti da classi pomeridiane dedicate, guidate da tutor o professori. Queste sessioni servirebbero a rivedere argomenti non compresi, a svolgere attività di studio assistito e a garantire un apprendimento produttivo. Questo sistema eviterebbe ore di studio inefficace o meccanico a casa, migliorando il rendimento complessivo degli studenti.
- Maggiore integrazione della lingua inglese
Almeno 2-3 materie nelle scuole elementari dovrebbero essere insegnate in inglese, preferibilmente da insegnanti madrelingua. Inoltre, le classi di lingua inglese dovrebbero concentrarsi maggiormente sul parlato e sull’interazione, adottando un approccio discorsivo che consenta agli studenti di apprendere la grammatica attraverso il dialogo e la pratica.